Vaccinarsi contro la Varicella

Le curve epidemiologiche di confronto tra epoca pre e post vaccinale dimostrano una netta diminuzione del numero dei casi nel corso degli anni. Appare inequivocabile che le vaccinazioni abbiano cambiato significativamente l'incidenza delle malattie per le quali esiste vaccinazione, salvando vite umane, diminuendo gli esiti di malattia, riducendo complessivamente la sofferenza della popolazione e migliorando la qualità della vita.

La malattia prima e dopo la campagna vaccinale in Italia

La varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa provocata dal virus Varicella zoster (Vzv), appartenente al gruppo degli Herpes virus. Insieme a rosolia, morbillo, pertosse e parotite, la varicella è annoverata fra le malattie contagiose dell'infanzia, che nella maggioranza dei casi colpiscono i bambini tra i 5 e i 10 anni. Quando colpisce gli adulti va più frequentemente incontro a complicanze. Nei primi due trimestri di gravidanza la varicella può essere trasmessa al feto ed è in grado di provocare la sindrome della varicella congenita, potenzialmente responsabile di malformazioni fetali. La malattia può essere particolarmente grave se colpisce persone immunodepresse (persone con infezione da Hiv, persone sottoposte a chemioterapia o in cura con steroidi per asma o altre malattie). Raramente una persona può sviluppare due volte questa malattia; tuttavia, il virus non viene eliminato dall'organismo, ma rimane latente (in genere per tutta la vita) nei gangli delle radici nervose spinali. Nel 10-20% dei casi il virus si risveglia a distanza di anni o di decenni, solitamente dopo i 50 anni, dando luogo all'herpes zoster, noto comunemente come "fuoco di Sant'Antonio" manifestandosi con lesioni a grappolo di tipo vescicolare al torace, a volte accompagnate da dolore localizzato. Il dolore che persiste oltre un mese viene chiamato neuralgia posterpetica.

Sono disponibili i dati epidemiologici sui casi di varicella in Italia dal 1996 al 2006: l'andamento mostra una serie di oscillazioni all'interno di un trend fondamentalmente di crescita fino a metà degli anni Novanta. Il numero massimo di casi notificati in un anno è di oltre 126 mila, riportati nel 2004. Dopo questo picco, si è registrata una diminuzione dei casi, soprattutto dopo il 2005, quando alcune regioni italiane, in particolare Sicilia e Veneto, hanno introdotto la vaccinazione universale a tutti i nuovi nati.

Figura 1

Andamento del numero dei casi di varicella in Italia dal 1996 al 2006 (fonte: ministero della Salute)

In Italia, prima del 2005, la vaccinazione veniva offerta esclusivamente ai soggetti appartenenti a particolari gruppi a rischio; ovvero agli individui suscettibili, nello specifico ai familiari di soggetti con immunodeficienza, ai soggetti affetti da leucemia linfatica acuta in remissione completa, insufficienza renale cronica, infezione da HIV con CD4 ≥25%, alle donne in età fertile, ai lavoratori in ambito sanitario o scolastico. Il "Piano Nazionale Vaccini 2005-07" ha introdotto nel calendario vaccinale il vaccino contro la varicella nelle Regioni che presentavano una copertura vaccinale per il vaccino MPR superiore all'80%. Attualmente la situazione appare eterogenea: solo 7 Regioni hanno adottato un programma di vaccinazione universale contro la varicella indirizzata ai bambini e agli adolescenti suscettibili. Nelle rimanenti 14 regioni, il vaccino è offerto in modo gratuito a tutte le persone a rischio e 9 di queste forniscono la vaccinazione anche agli adolescenti suscettibili. Tra gli obiettivi del "Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2012-2014" è indicato il raggiungimento e il mantenimento di coperture vaccinali ≥95% per una dose di vaccinazione antivaricella entro i 2 anni di età, e per due dosi nei bambini di 5-6 anni di età e negli adolescenti, a partire dalla coorte 2014.

Eclatanti sono i risultati ottenuti dall'introduzione della vaccinazione universale in alcune regioni italiane come mostra il grafico sottostante per la Regione Veneto in cui la vaccinazione per la varicella nei nuovi nati è stata introdotta nel 2005.

Casi notificati e tasso di notifica (per 100.000) di varicella nella Regione Veneto 1999-2011

Figura 2

Per quanto riguarda le complicazioni da varicella in Veneto, nel periodo 2000-2006 le ospedalizzazioni per complicazioni erano il 34-44% del totale riducendosi al 27% nel corso del 2008. Nel corso del 2008, tre anni dopo l'introduzione del vaccino, si sono è stata registrata una diminuzione complessiva del 59% nel tasso di ospedalizzazione e una diminuzione del 55% nel gruppo 0-14 anni. La riduzione del tasso di ospedalizzazione nella fascia 1-4 anni è stata del 74% dimostrando il maggiore impatto della vaccinazione soprattutto sul gruppo target del programma vaccinale, ma anche su età piu' avanzate per effetto dell'"immunità di gregge".

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